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Pensioni: come possono cambiare (ancora)

Quattro articoli a firma di Andrea Carbone per l’Economia del Corriere della Sera, con le nostre elaborazioni @smileconomy, per commentare le novità pensionistiche per il 2024 in via di approvazione. Riportiamo di seguito l’incipit del pezzo principale:

“Non ci sono nuove risorse da investire nel sistema pensionistico, né oggi, né per i prossimi anni: questo è uno dei messaggi che emerge indirettamente dalla lettura del testo, non ancora definitivo, contenente le ipotesi di riforma pensionistica per il 2024.

Finchè si trattava di ragionare su come prorogare ed eventualmente modificare Quota 100, poi diventata Quota 102 e infine 103, si stava parlando di lavoratori prossimi alla pensione, con assegni “onerosi” calcolati in parte con il sistema retributivo, spesso non proporzionale ai contributi versati. Il progressivo depotenziamento di Opzione Donna prima e – a quanto pare – di Quota 103 nel 2024 sono la testimonianza della necessità di limitare la spesa pensionistica.

Ma le prospettive cambiano se con la riforma per il 2024 si iniziano a introdurre “bizantinismi” (espressione usata nel 2011 dall’ex-ministro Fornero a proposito di alcune regole previdenziali allora vigenti) anche per i lavoratori contributivi che hanno iniziato a lavorare dal 1996 in poi: significa che le risorse a disposizione sono e saranno davvero poche.”

Questo era l’incipit del pezzo principale, dedicato all’analisi delle possibili riforme per il 2024. Il secondo pezzo è invece dedicato a Quota 103, il terzo ai lavoratori post 1996 che rischiano di andare in pensione più tardi e il quarto a coloro che invece potrebbero andare in pensione prima.

Tutti i dettagli nei quattro pezzi a firma di Andrea Carbone con le nostre elaborazioni @smileconomy. Buona lettura!

Ed ecco il pdf dell’articolo: usa i bottoni di zoom per ingrandire e scorrere tra le pagine!

Buona lettura!

23-11-27-Corriere-Economia

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